Albert Adrià. Lo chef nell’ombra

Albert Adrià. Lo chef nell'ombra

Sapete, esistono persone stravaganti che quando le senti parlare e ascolti le loro storie ti viene da riflettere sul come si possa essere cosi geniali. Ti chiedi se sia un dono divino o loro stesse, esseri superiori. Poi scopri che è una persona normalissima: da ragazzo non andava bene a scuola, non gli piaceva ed era anche dislessico; solo una cosa gli piaceva e col tempo ha scoperto che questa era la cucina. Aveva questa passione che lo ha portato ad entrare di diritto nell’olimpo della gastronomia mondiale, se non altro passando dalla porta sul retro, lontano dai riflettori e senza che nessuno se ne accorgesse e ora siede al tavolo dei grandi… Vi parlerò di Albert Adrià.

Gli inizi in cucina

Come avrete potuto intuire dal cognome è il fratello minore di Ferran Adrià ma non dovreste conoscerlo per questo, anzi. Albert nasce a Barcellona il 20 Ottobre 1969, distaccato dal settore gastronomico anche per quanto riguarda gli studi, a differenza del fratello. La sua avventura in cucina inizia nel 1985, a 15 anni, grazie a Ferran quando abbandonati gli studi, inizia a lavorare a El Bulli, dove il fratello era chef. Il ristorante divenuto poi tra i più famosi al mondo, è conosciuto per aver rivoluzionato negli anni a venire la cucina mondiale introducendo quella che oggi conosciamo come gastronomia molecolare.

La crescita

Albert vi trascorse molti anni, i primi due lavorò in tutte le stazione della cucina e si capì ben presto quanto lui fosse portato; passò quindi alla pasticceria che proprio grazie al suo estro e genio, diventò uno dei capisaldi del ristorante nonché angolo creativo e di sperimentazione che stravolse quel che era la cucina di El Bulli. Ci si accorse presto che al ristorante servivano spazi più adeguati e un profondo rinnovamento. Durante il periodo di chiusura quindi, Albert collezionò varie esperienze in ristoranti di fama mondiale quali il The Fat Duck, il Mugaritz e con Michel Bras e Martin Berasategui tanto per citare alcuni chef. In seguito, con il fratello Ferran, si dedicò al brainstorming per il nuovo menù prima di riaprire El Bulli. Venne anche creato nei nuovi spazi un laboratorio di ricerca e sperimentazione dove a capo c’era proprio Albert. Nel 1997 El Bulli ricevette la terza stella e da quel momento fu tutto un crescendo fino a raggiungere le vette della cucina mondiale.

lontano dai riflettori

Perché il suo nome non abbia mai riscosso il successo che meritava non ci è dato saperlo. La stampa non si è quasi mai pronunciata nei suoi confronti e per molti anni non si è mai accostato il nome di Albert a quello del ristorante e dei suoi traguardi nonostante fosse lui, al pari del fratello, il regista di tutto quello che vi avveniva dentro. Un certo peso ha sicuramente avuto la figura troppo ingombrante di Ferran. Anche il suo essere decisamente più riservato ed introverso rispetto al fratello maggiore e più immerso nel suo mondo fatto di sperimentazione ha fatto la differenza. Proprio ad Albert si devono tante delle tecniche utilizzate oggi dai cuochi di tutto il mondo come la sferificazione tanto per citare la più famosa. Tutto questo, insieme al bisogno di una pausa dalla costante pressione creativa, lo ha portato nel 2006 a lasciare El Bulli (chiuso poi nel 2011). Per evitare fraintendimenti, c’è da dire che il rapporto trai due fratelli è ottimo e la stima tra i due è reciproca.

La consacrazione

Negli anni a venire Albert seguendo l’ideologia de “La Vida Tapa”, ha aperto numerosi locali dove il pasto è un’esperienza unica nel suo genere. Così come per le Tapas (tante piccolissime preparazioni, per una varietà infinita di sapori, racchiuse in variegate e numerose portate), partendo da un concetto simile al nostro classico aperitivo, si arriva a comporre un pasto completo proposto nei suoi locali in menù degustazioni di 20/30/40 portate. Se pensate che siano tutte preparazioni semplici e immediate vi sbagliate di grosso, quel che stupisce infatti, è l’utilizzo di tecniche di alta cucina in questo concetto di ristorazione.
Il successo alla fine è arrivato. Ora Albert gestisce insieme al fratello (subentrato in seguito nel progetto) un complesso di locali a Barcellona, chiamato “El Barri”, dei quali il più famoso è sicuramente il “Tickets”, al 20° nella classifica “The world’s 50 Best Restaurant”.
Si è presto fatto notare anche “Enigma”, aperto nel 2016 con un menù da 50 portate per un viaggio culinario senza limiti e che in soli 4 anni ha raggiunto l’83° posto nella classifica dei migliori ristoranti al mondo. Si sono aggiunti poi due nuovi locali: “Heart Ibiza” in collaborazione con il Cirque du Soleil che fonde spettacolo e cucina ed il suo primo locale fuori dalla Spagna, “Cakes & Bubbles” a Londra che propone solo desserts accompagnati dalle più famose etichette di vini e Champagne del mondo.

Considerazioni finali

Se non si fosse ancora capito, Albert si occupa dell’ideazione di tutti i piatti dei suoi ristoranti ma esprime il suo massimo nella pasticceria dove può creare e inventare senza freni. Per stupirvi ancora vi dico solo che è stato nominato anche miglior pasticcere al mondo nel 2015.

Serve aggiungere altro? Pensate che sia ancora “solo” il fratello del più celebre Ferran? Albert è un “mostro” della cucina, lo ha già dimostrato senza grossi proclami o pretese e proprio per questo, merita ancora più considerazione.

Vi consiglio di approfondire la sua cucina con il libro Tickets Evolution (purtroppo solo in inglese ma di facile comprensione: LINK). Attraverso i suoi piatti più celebri, vi spaccherà in due la testa grazie alle tecniche straordinarie utilizzate. Inoltre se volete conoscere meglio questo grande chef vi consiglio di guardare la quarta puntata della quinta stagione di Chef’s Table su Netflix.

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Nerio Pellegrini

Founder CSB | Gastromomo | Studente universitario