Lo strano caso del Granchio Blu: da dove arriva?

Lo strano caso del Granchio Blu: da dove arriva?

Da diversi mesi la regione del Veneto sta chiedendo un aiuto concreto da parte del Governo per contrastare l’eccessiva presenza del crostaceo. Ma il Granchio Blu quanti danni provoca e soprattutto, ci sono delle possibili soluzioni?

Un tragico inizio

Quando il granchio blu è arrivato, nessuno aveva effettivamente compreso che avrebbe portato guai.

Nell’esatto momento in cui il primo chiarore del nuovo giorno dipinge l’oceano, un pescatore appena sveglio scruta l’orizzonte dalla sua finestra. Studiare il mare, non gli serve altro: le onde piatte suggeriscono che la pesca sarà fruttuosa. Lontano dalla costa, dove la sfilza di palazzi veneziani non sembrano altro che una linea irregolare, chinato a tribordo, l’uomo lancia le reti. Un gesto meccanico, movimenti istintivi appresi nei decenni su quel peschereccio. Sa cosa pescherà ancor prima di tirare su le trappole dal mare. Ma quando risolleva il vecchio Rapido nota che non c’è nulla. Vuoto. I molluschi, non ci sono. Tornato a casa, scalcia dai piedi gli scafandri e una volta sfilati, li lancia via con un gesto nervoso. Pensa che sia stata solo sfortuna, che l’esperienza l’abbia tradito. Ma no. Accendendo il telegiornale capisce di essersi sbagliato. Ora c’è il granchio blu e non è un mostro che dorme sotto il letto. Questo sgretola i gusci e divora i molluschi senza lasciare nulla. E forse questo lo spaventa più dei mostri.

Pesca del Granchio Blu Ph: Ravenna Today
Pesca del Granchio Blu Ph: Ravenna Today

Il Granchio Blu

Malgrado lo scenario da film semi post apocalittico, questo è quello che sta succedendo a molti pescatori. Non a caso, da numerosi giorni, i riflettori sono puntati sul granchio blu, una specie invasiva che ha traghettato dalle coste atlantiche del continente americano fino alle nostre acque mediterranee. La pericolosità del crostaceo è data dalla sua capacità di vivere sul fondo dei fiumi italiani e nelle salmastre paludi lagunari. Guardandolo nutrirsi, le sue chele frantumano e aprono con fare vorace qualsiasi mollusco gli si pari davanti, creando non pochi disagi al mercato ittico nazionale. Si stima che l’ammontare delle perdite registrate nella produzione di cozze e vongole sia di oltre il 50%, come riportato dall’ Ansa. Non a caso le regioni più colpite hanno chiesto al governo di dichiarare lo stato d’emergenza e di favorire il commercio e lo smaltimento di tale spazzino dei mari.

“Granchio blu” pH. National Geographic

Una possibile soluzione

Il consumo alimentare di questo decapode è la più gettonata delle soluzioni. La sua polpa non ha nulla da invidiare a molti altri prodotti già presenti sul mercato e può essere un incentivo per spingere i ristoratori di tutta la nostra penisola a favorirne la pesca. Non si esclude che, nell’immediato avvenire, i nostri porti vengano inondati da altrettante bancarelle di pescatori che inebriano i visitatori col profumo di fumanti pentoloni di granchi. Noi cuochi abbiamo un ruolo in tutto questo e possiamo contribuire ad un possibile cambiamento in maniera sostanziosa. Avete già pensato a come cucinarlo?

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Loris Denti Tarzia

Founder CSB | Cuoco