
Slow Food; un movimento controcorrente
Tutti almeno una volta (per noi cuochi sicuramente molto più spesso) abbiamo intravisto in rete o su un qualche rivista o giornale la famosissima chiocciola rossa accompagnata dalla scritta “Slow Food“; un nome che ci fa ricordare qualcosa ma che, al tempo stesso, innesca un sacco di dubbi e perplessità.
La nascita
Ebbene, oggi ho voluto scrivere di questo “movimento”, se così possiamo definirlo, andando a ricercarne le origini e, soprattutto, le motivazioni della sua esistenza.
Slow food (inizialmente concepita col nome Arci Gola) è una associazione senza scopo di lucro e nasce a Bra, una cittadina in provincia di Cuneo, nel 1986 dalla mente di Carlo Petrini, un famoso gastronomo, scrittore e sociologo.
Tale società nacque come risposta al rapido dilagare del fast food e di tutte quelle contemporanee abitudini frenetiche che ci obbligano a dare meno importanza a quello che, umanamente parlando, dovrebbe essere uno dei momenti più significativi della giornata; il pasto.
I principi e i presidi
Perciò, l’associazione Slow Food, si impegna a dare importanza al cibo, a sostenere la biodiversità e a sollecitare l’attenzione dei cittadini verso la salvaguardia della cultura gastronomica e delle tradizioni culinarie.
Seguendo questa filosofia, l’associazione crea, nel 1999, il progetto “presidi slow food” con lo scopo di salvaguardare tutte quelle piccole produzioni gastronomiche minacciate dallo sviluppo dell’agricoltura industriale.
In Italia i presidi Slow Food sono riconoscibili grazie al marchio “presidio Slow Food” presente in etichetta, sono oltre 200 e coinvolge più di 1600 piccoli produttori: contadini, pescatori, norcini, pastori, casari, fornai e pasticceri.
Non basterebbe una giornata intera per descrivere e raccontare tutti i vari progetti che Slow Food mette in atto per dare visibilità al nostro grande patrimonio gastronomico che, molto spesso, non ci rendiamo conto di possedere.
Un esempio avvenuto di recente, per via delle varie cause dovute al coronavirus, è il cosiddetto “Decreto Rilancio“; un appello nato per rivolgere l’attenzione all’agricoltura e che chiede di sostenere, tramite iniziative concrete, il sistema agricolo che valorizza e rispetta l’ambiente, la ristorazione di qualità e, ovviamente, l’uomo.
Fu proprio Paul Bocuse a suggerirlo, dicendoci che la cucina francese sarebbe scesa dal podio solo quando i cuochi italiani si sarebbero resi conto del reale valore dei prodotti che la nostra terra ci offre.
Se volete saperne di più, conoscere meglio le sue iniziative e informarvi sulla filosofia di questa grande realtà, il cui motto è “Buono, pulito e giusto”, non possiamo far altro che invitarvi a visitare il loro sito ufficiale (LINK) e leggere, se ne avete la possibilità, il libro che racconta la sua storia (LINK).
I libri di Slow Food consigliati per lo studio
Sopra i 10 euro
Atlante Slow Food dei prodotti regionali italiani (LINK)
Atlante gastronomico delle erbe (LINK)
Il mondo del pane. Il libro per conoscerlo, sceglierlo e farlo in casa. (LINK)
Il mondo dell’olio. Storia, produzione, uso in cucina dell’extravergine: 1 (LINK)
La scuola di cucina Slow Food. (LINK)
Il gusto del formaggio. Conoscere le forme del latte. (LINK)
A meno di 10 euro
Il pesce. (LINK)
Carni bovine, suine e ovine. (LINK)
Frutti di mare e crostacei.(LINK)
Riso e cereali. (LINK)
Verdure e legumi. (LINK)